di Piera Setti partecipante al viaggio di gruppo del gennaio 2013
Aurora Hunters: definirci così è forse un po’ esagerato, ma a tutti gli effetti eravamo lì per lei, per cercarla e vederla almeno una volta ! Invece è successo non una ma due volte e nonostante la bassa attività solare, ci ha fatto l’onore di comparire e farsi fotografare per ben due notti. Non ci ha nemmeno fatto aspettare molto, la seconda volta alle 21.30 già gironzolava nel cielo stellato. Un vorticare di cavalletti, di consigli, di flash azzittiti immediatamente e mormorii entusiasti dal cinese all’italiano. Poi il the fatto sul fuoco acceso in mezzo alla neve con la legna portata nello zaino dalla guida che ci aveva accompagnati lassù, in un pianoro sopra Abisko in un’escursione notturna con ciaspole, ma fatta senza ciaspole (neve troppo battuta). Sotto di noi le poche luci e sopra l’Aurora che scivola da una parte all’altra del cielo, che riempie gli spazi tra le poche nuvole come un sipario che si chiude alla fine di uno spettacolo. Momenti magici che le foto ci aiuteranno a ricordare, foto che hanno fatto gli altri, noi manco un bagliore siamo riusciti a riprendere. E poi Gabriele, tour leader d’eccezione, che ci consegna una lucina rossa e dice, “dai vai, fai qualcosa”… ed ecco una foto diversa, non solo Aurora ma anche disegni, parole, emozioni uniche che non potremo mai dimenticare! Un viaggio iniziato con un arrivo a Kiruna nel bel mezzo di una tormenta di neve, paesaggio fantastico, un battesimo del circolo polare in tutta la sua bellezza, atterraggio perfetto quasi in assenza di visibilità e con 10cm di neve fresca sulla pista. L’incontro con gli altri, non potremo essere più diversi a partire dall’età, dai giovanissimi siciliani alle signore della Sardegna (coraggiose ad affrontare un cotal viaggio), tutti animati dallo stesso spirito d’avventura. E si parte con i tour, ma prima è obbligatorio un accenno alla tuta overall, impossibile fare senza: 20 minuti d’orologio per indossare il tutto dal passamontagna agli stivali, alla fine sembriamo l’omino Michelin (date un’occhiata alle foto se non mi credete), oddio non tutti magari, ma una buona parte di noi si. E qui si inizia a ridere, già al noleggio della tuta iniziamo a ridere e praticamente non si smette più fino alla partenza. La motoslitta ci porta in un paesaggio fatato, visto prima d’ora solo nei film, un'immersione in una natura in bianco e nero, con dei riflessi azzurri nei momenti di maggior luce, una luce che rischiara tre, quattro ore al giorno, già alle 14 è praticamente notte. Si corre tra gli alberi pieni di neve, su distese di neve immacolata, sui laghi ghiacciati dove poco prima abbiamo fatto un buco con una gigantesca trivella per cercare inutilmente di pescare: impossibile trovare le parole giuste per trasmettere tutto quanto. Ci siamo innevati (il termine invernale di insabbiati), ribaltati, abbiamo tirato fuori di peso la motoslitta da un mucchio di neve aiutati dalla guida, poveretta, che ci gridava “pull pull……” e noi non lo capivamo: è stato lì soprattutto che abbiamo compreso l’importanza di sapere le lingue! E poi la visita al villaggio Sami, la chiesetta rossa fuori e coloratissima dentro, le ragnatele congelate e le impronte delle nostre mani sulle pareti ghiacciate, l’incontro a tu per tu con le renne e il mitico ICE Hotel. Momento indimenticabile perché un principio di congelamento alle estremità, a tutte le estremità, era imminente, niente tuta overall quel giorno, ma abbigliamento italico da montagna del tutto insufficiente, solo lo shop dell’hotel ci ha salvati. Il trasferimento ad Abisko, tutti in stazione, solo i bagagli con Gabriele e Davide se ne vanno col pulmino e solo il pulmino parte in orario. Il nostro treno ad un certo punto sparisce dal tabellone elettronico, panico tipico italiano in una stazioncina gremita di cinesi. Silvia che, poveretta lei, deve badare, oltre che al piccolo ma bravissimo Galileo, anche a tutti noi, telefona all'ufficio informazioni, due ore dopo finalmente si parte e alle 19 siamo già seduti al ristorante dell’Abisko Station, dove si forma il gruppo vino che rimarrà tale fino all’ultima cena. Gran serata che culmina con la salita in seggiovia all’Aurora Sky Station, 20 minuti circa di salita nel buio quasi assoluto, con solo le luci intermittenti dei seggiolini a far da guida, e, considerando le tute Aurora Sky indossate sopra a tutto, potete solo immaginare come sono diventati stretti i seggiolini. Il silenzio era assoluto, non so se per la paura, visto il notevole dondolio nel vuoto, o per l’emozione, ma sia per la salita che per la discesa, verso mezzanotte e mezza, è stato forse l’unico momento nel quale i nostri eroi sono stati silenziosi e carenti di battute. Nemmeno durante la corsa con le slitte trainati dai cani siamo riusciti a rimanere seri, loro correvano eccome se correvano, hai voglia a provare di frenare, riuscivano a trascinare la slitta anche col freno tutto piantato nella neve, chi è stato sbalzato dalla slitta, chi ha preso le curve troppo strette, chi addirittura ha provato a fare una scivolata sul ghiaccio sulle reali terga, di tutto siamo riusciti a fare, ma tutto rifaremo un’altra volta. E’ bellissimo correre sulla neve, sentire l’abbaiare entusiasta dei cani vogliosi di partire, infilarsi tra gli alberi e sbucare su un laghetto ghiacciato con le nostre guide Andreas e Thomas che fanno la spola lungo la fila di slitte chiedendoci se va tutto ok. E non possiamo dimenticare i momenti esilaranti nella batdunna, la corsa in costume da bagno dalla baita alla tinozza fumante, l’attesa che l’acqua passasse dai 44° (Gabriele ne sa qualcosa) ai 38 regolamentari, un’esperienza decisamente da non perdere, da godere fino all’ultimo per comprendere appieno l’usanza tipicamente scandinava. Impossibile non descrivere la calda accoglienza del Lodge, a qualsiasi ora era lì ad aspettarci come una mamma premurosa, le luci sempre accese, i thermos di acqua calda per il the e il caffè, i biscottini, il miele, le coperte sulle poltrone e le candele alle finestre. Una vacanza di quelle che sogni, che indichi, a chi te lo chiede, come prima cosa da fare se il biglietto gratta e vinci che hai comprato frutterà qualcosa.
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Gli autoriSono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze I racconti
Marzo 2018
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