di Giovanna Avancini, partecipante al viaggio di gruppo di febbraio 2014
Era una giornata di febbraio piovosa Ma io dentro ero molto gioiosa. Perché l’avventura stava per iniziare. Andavo a vedere l’Aurora Boreale!! Giù, in treno fino a Milano Per prendere l’ areoplano. E poi via, a Stoccolma volare Per poter il gruppo incontrare: Una settimana passata fianco a fianco In un mondo tutto bianco. Domenica tranquilla per iniziare Passata nella capitale a visitare Vie, stradine, musei e palazzi E per i “veci” Abba uscire pazzi!! Il giorno dopo si va verso il circolo polare Per poter, nella città di Kìruna, arrivare. Il clima è fresco e ci siamo dovuti coprire E qui le tute termiche sono dovute intervenire. Tutone, guantoni, berretti e scarponcini E come direbbe Daria: “siete proprio bellini!” Tute fatte quasi su misura… Così “Grossi” da far paura!! Serata davanti al fuoco su pelli di renne Curiosi di ascoltare le tipiche strenne Con le “parenti” fatte a spezzatino e succo di bacche in un curioso bicchierino Meglio con la luce non guardare Altrimenti può venire da vom…are Per la pulizia assai carente Che potrebbe spaventare tanta gente! La Lapponia poi ci fa un regalone Una strana luce di color verdone .. Che si fa sempre più vedere E le guide che non ci riescono a trattenere Giù di corsa per una sentiero senza farci male Emozionati per la nostra prima aurora boreale!! Il Cuore che batte a tutta velocità E sui nostri volti la felicità Per quel fenomeno tanto strano Che ci ha fatto venire da tanto lontano. La notte è passata un po’ agitata Ed è subito arrivata la mattinata. L’hotel di ghiaccio siamo andati a visitare Per poi alle renne dar da mangiare. Muschi e licheni abbiamo comprato Così loro il doppio han’ guadagnato! Alla sera, all’Aurora Station siam saliti E abbiam messo altri vestiti. Una tutona ancor giù grossa E ancor più difficile era ogni mossa. Il posto dovrebbe esser stato il migliore Ma neanche l’ombra del verde bagliore. Iniziata è, una nuova giornata Iniziata con una bella mattinata Una piacevole e tranquilla ciaspolata In una valle che sembrava incantata La neve bianchissima ed immacolata Che aspettava solo di essere calpestata Invece ecco la sera, con l’agitazione, Per rivivere l’emozione Abbiamo riso, abbiamo scherzato E con le torce abbiamo giocato. Abbiamo passato una serata divertente Anche se dell’aurora purtroppo niente. Certo che gli svedesi sono un pò strani Tipo… andare in giro trainati dai cani E noi gli abbiamo voluti imitare Ed ecco che sulle slitte ci potete trovare Viaaaaaaaa!! Veloci come il vento Con questi esserini che erano un portento! Giornata e serata da ricordare Con un’aurora spettacolare. Sul lago ghiacciato siamo stati Con gli occhi verso il cielo puntati. Eravamo pieni di soddisfazione E nel Cuore un’altra emozione. Purtroppo l’ultimo giorno ad Abìsko è arrivato Ed il viaggio è quasi terminato. Inizia la tristezza a serpeggiare E ci si ferma un po’ a pensare. La Lapponia per l’ultimo giorno ci aspetta E per dare l’addio non c’è fretta. A Kìruna in treno abbiam fatto ritorno Per scoprire uno strano mondo: La miniera siam andati a vistare E dei caschetti c’han fatto indossare Vecchia l’idea dei minatori Ormai fan tutto con i motori L’adrenalina però iniziava ad arrivare A cena in motoslitta bisogna andare. Un’altra nuova esperienza vissuta intensamente Con tanti ricordi da tenere nella mente. Ultima cena intorno al fuoco in una capanna Per poi andare mestamente a nanna.. Ora, io le emozioni ho provato a raccontare Di un viaggio sicuramente da consigliare! Tutto il gruppo desidero salutare E di tutto cuore vi voglio ringraziare Il viaggio a Nord speciale avete reso E molte volte il mio sorriso avete acceso Qualcosa di speciale mi avete donato Rendendo magico il viaggio sognato.
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di Daria Romei, partecipante al viaggio di gruppo del febbraio 2014
Sono giorni che attendo quell'attimo perfetto, solenne e sgombro da ogni pensiero per scrivere in pace le mie impressioni sul viaggio in Lapponia. Ed eccotelo arrivato quel momento che tutto ha, tranne quella agognata solennità e candida leggerezza: sono le 20 di domenica sera e mi trovo in coda in mezzo al traffico alpino. In due ore ho percorso solo 32 dei 390 km che mi separano da casa. Rientrata dal viaggio ad Abisko ho provato a trascorrere un fine settimana tranquillo nella mia campagna tra dolci colline, bosco e caprioli. Qualcosa non ha funzionato e giorno dopo giorno è cresciuto il "mal d'aurora boreale". Ogni giorno a consultare il sito per verificare la probabilità di aurore ed a guardarmele in diretta dalla web cam dell'aurora Sky station. Una profonda nostalgia di quei posti mi ha spinto, al secondo fine settimana di astinenza, ad andare a cercar la neve. Ne ho trovata tanta, dai 2 ai 4 metri, boschi, alberi innevati, tutto ciò che si può desiderare da un paesaggio alpino, ma eccomi qui e di rientro a casa, intrappolata nel traffico di sciatori sulle piste prima ed auto adesso, penso e ripenso alla Lapponia. La neve pare la stessa sebbene quella cortinese sia sporcata dalla sabbia sahariana (anche questo oltre al traffico ed alla densità abitativa, difficilmente capitano sul parallelo 68) ma tutto intorno è diverso e mi rendo conto che la magia della Lapponia non è replicabile al di fuori di quel territorio geografico. Ciò che più mi ha affascinato è l’immensa distesa di natura intatta, dove l’uomo gioca un ruolo di terz’ordine, da ospite discreto più che da conquistatore sfrontato come invece accade sulle nostre montagne. Nella terra lappone si respira potenza che sale dal ghiaccio sotto ai pieni, che scende dal cielo con l’aurora boreale. C’è un gioco continuo tra terra e cielo e l’uomo resta un piccolo spettatore di questa esplosione di bellezza. Assistere all’aurora boreale è come essere accolti in un momento di intimità della natura: il primo momento in cui vedi il cielo tingersi di verde e non sai di preciso cosa aspettarti, ti colpisce dentro e ti fa sentire un privilegiato. Ti circondano il silenzio, la sensazione di libertà, gli scenari spettacolari di laghi ghiacciati senza più una linea di demarcazione con il cielo. Tutto avvolto in una luce tenue ma calda, fugace ma sottilmente tenace sulla linea dell’orizzonte. Questo viaggio ha segnato il cuore. L’aurora di per sé, sebbene scientificamente spiegata, rimane un mistero superlativo. L’attesa dell’aurora in compagnia di persone altrettanto desiderose di vederla è stato quanto di meglio potessi chiedere ad un viaggio. Non conta essere lì, perché oggigiorno tutti possono andare ovunque: sul ghiaccio di notte rimangono in attesa quei compagni che amano le stesse cose che tu vedi e senti e questa condivisione ti avvicina emotivamente anche a chi hai conosciuto solo da poche ore. Resta un mistero questo affiatamento che c’è stato nel gruppo e in quanto tale lo accolgo così come viene: mi ha fatto star bene, felice di esser lassù sul parallelo 68. Questo è un viaggio che vale la pena di fare ogniqualvolta senti il bisogno di stoccare l’anima con un evento straordinario, quando senti la voglia di una intensa ed intima emozione, di respirare un amore ed un rispetto per la natura che oramai chi vive nelle affollate e caotiche città ha perso a scapito di una relazione fugace con una valanga di dati ed informazioni che tutto chiedono e niente lasciano. Ritornerò sul parallelo 68. E’ una promessa. Note tecniche: Alla mia seconda esperienza di gruppo, dopo 25 anni da “solista”, sebbene inizialmente non ne avessi compreso il meccanismo, ho molto apprezzato il “taglio” dato al viaggio: Gabriele è prima di tutto un appassionato, non una guida in senso lato. Non è un viaggio da bandierina e microfoni, né da spaghetti e intrattenimento. E’ un viaggio solido, dritto, puro. Si entra in Lapponia, non si assiste alla Lapponia. Ci si cala in una realtà diversa, la si vive da dentro quindi se il giorno prima incredula assisti alle signore fare la spesa al supermercato con la slitta, il giorno dopo ci stai sopra te, magari trainata dai cani. Silvia è un’organizzatrice rigorosa ed efficace. Ci si sente di essere in loro compagnia, non scarrozzati a destra e manca. A posteriori, personalmente, avrei preferito saltare il giorno a Stoccolma e puntare dritto verso nord perché quello è lo scopo del mio viaggio. Dopo aver visto il magnetometro schizzare a 6 il giorno in cui siamo partiti e sapere che la sera prima di arrivare c’era stata un’aurora bellissima... Proprio perché si va lassù per l’aurora la prossima volta cercherò di non perdermi nemmeno un attimo di possibilità di vederla. :-). Una nota di merito alle eccelse colazioni. Mentre per le cene, speravo in piatti più semplici, in zuppe da bosco e falò, una cucina quotidiana piuttosto che la ricercatezza dei giorni di festa, giusto per sentirsi ancora più lapponi che visitatori. :-)” |
Gli autoriSono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze I racconti
Marzo 2018
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