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  Eclissi di Sole, Aurora Boreale, Polar Night, Sole di mezzanotte. Splendidi viaggi avventura.

Quello che resta

26/3/2014

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di Giuseppe Carrieri, regista cinematografico

C’è una veste sottile che appare lontano. Si sfila come una lama dal buio, nel suo contorno indefinibile, appeso a ganci invisibili con il quale sembra venire giù tutto il cielo, come un sipario strappato all’improvviso. Le notti fredde, tra le sponde della neve, sopra gli umori dei ghiacci e la fine del mondo, sono il ricordo migliore da raccontare a chi ancora vuole custodire segreti e proteggersi un senso di genuina meraviglia. A Kiruna e Abisko esiste come un lungo brivido che ti attraversa gli occhi,  è una sostanza rarefatta che si condensa sopra le ciglie e poi scende. Scende, scivola, ti penetra ovunque: l’aurora – o la dama sfuggente – è una freccia, più che un’emissione magnetica. È un lungo dardo che si impossessa del cuore degli innamorati, nella sua danza misteriosa. Quanto vissuto in questa prima settimana di Febbraio non ha abbastanza parole per potersi ben spiegare, è certo che bisogna arrivare lì sotto, sotto quel cielo, per poter anche solo per un attimo rincorrere quel brivido. Chi non lo scoprirà mai, perde una grande rivelazione. Andare a Kiruna e a Abisko è come raggiungere una meta, o un destino. Per chi si innamora della bellezza del mondo, è la sola cosa che conta. La sola cosa che, un giorno, potrà valere la pena di essere raccontata ancora. 

Grazie a Gabriele, Silvia e Galileo perché ci hanno accompagnati.
Senza di loro, non avremmo saputo la strada.
Senza di loro, non ci sarebbe stata la strada.

Buon viaggio a chi percorrerà questa via, sotto qualsiasi stella deciderà di infilarsi.


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Notte d'Aurora

11/3/2014

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di Raffaella Fossa, partecipante al viaggio di gruppo di febbraio 2014

Danza Dama Sfuggente 
Figlia del sole in tempesta
Danza al suono del cielo
Danza lungo le vene magnetiche
Verde fiume di attesa
Vibra nei nostri cuori
Sorpresa infinita e impalpabile
Sospesa nei ricordi per sempre
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Sensazioni boreali

4/3/2014

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di Serena Genito, partecipante al viaggio di gruppo di febbraio 2014

E' apparsa quando meno me l' aspettavo....senza preavviso e cogliendomi di sorpresa.

Pensavo che lo stufato di renna nella capanna attorno al fuoco fosse la fine alla prima serata nel profondo nord della Svezia oltre il Circolo Polare Artico e quasi a confine con la Norvegia... e invece...la notte lappone aveva tanto ancora da offrire... la guida era sul punto di accompagnarci in hotel...il suo lavoro del 3 febbraio si concludeva alle 22.30. Scendiamo lungo il percorso dalla capanna alla slitta trainata da motoslitta affondando gli scarponi della neve, un po' a fatica e con le luci sulla fronte per illuminare il cammino.

La guida, il giovane mangiafuoco, ad un tratto mormora in inglese "look" ed indica un punto all'orizzonte...una luce fioca nella notte stellata di Kiruna, un fascio verde che si confondeva con il buio del cielo. Io un po' scettica penso "ma no non può essere...saranno nuvole..." e invece ecco che il verde si fa più acceso...e qualcuno del gruppo esclama "anche lì...più a sinistra"... è lei...l'aurora boreale!

Presa dall'emozione mi sfilo lo zaino dalle spalle, tiro fuori il cavalletto e recupero la macchina fotografica cercando di non distogliere gli occhi dal cielo...non voglio perdermi nemmeno un secondo di questo magico momento che immagino e sogno da anni.

Preparo l'attrezzatura, imposto la macchina un po' impacciata... non so che fare... la reflex è nuova e non ho avuto tempo per imparare ad usarla. Voglio assolutamente imprimere questa serata sull'obbiettivo...non posso sbagliare..
Raffaella mi viene in aiuto.. Ha la D3100 anche lei e mi dà 4 semplici indicazioni: auto focus manuale, impostazioni su M, diaframma tutto aperto, tempi posa di 10 secondi... mitica! Mi metto subito all'opera e imposto anche l'autoscatto... voglio evitare di muovere la macchina al momento dello scatto.

Intanto nel cielo la luce si fa più intensa...inizia a muoversi...prima lentamente, poi sempre più veloce...ecco perché la chiamano la "dama danzante".
Sembra un drappeggio, un nastro come quello della ginnastica ritmica che si avvolge e si distende in un movimento armonioso.

Tempo di scattare una foto ed ha già cambiato forma, intensità, posizione. Devo starle dietro e scattare più velocemente possibile in modo da cogliere tutte le sfumature, tutti i passi della sua danza.

Ad un tratto la luce si affievolisce, ma ne compaiono altre due...una più a destra e un'altra a sinistra che si intravede tra gli alberi. Sono completamente diverse. Una sembra un fascio che parte della terra e si spinge verso l'alto allargandosi come un cono, l'altra sembra una macchia, una sorta di nuvola verde scuro.

Si fa largo la speranza che possano essere un potenziale inizio di un'aurora spettacolare. Iniziò ad incitarla..."dai ce la puoi fare... fammi vedere chi sei" Intanto la macchina fotografica procede a scattare.

Mi rendo conto che l'autoscatto di 10 secondi è troppo lungo anche perché emette un suono fastidioso che rovina l'atmosfera. Chiedo scusa ai ragazzi del gruppo che quasi non mi sentono, intenti come sono a guardare l'aurora e fotografarla. Smetto di sentirmi in colpa e penso "domani tolgo il suono così la prossima volta che vediamo l'aurora sarà in religioso silenzio".

Guardo le foto appena scattate...belle...anche se non riproducono la realtà perfettamente, ma ne risaltano l'intensità a causa del buio in cui ci troviamo.
Ci resto un po’ male...sembrano foto ritoccate quindi riduco i tempi di posa e cambio qualche impostazione. Riscatto...6 secondi...ecco così è più realistica anche se non rende come le precedenti.

Le riguardo oops c'è Daria in quasi tutte...cavolo...il grandangolo è veramente ampio! Sposto il cavalletto un po’ più a sinistra...ecco...così la visuale è sgombra. Intanto l'aurora continua la sua danza...non è spettacolare come speravo, ma non si può avere tutto. Penso "per adesso l'importante è averla vista, magari i prossimi giorni sarà più forte...ma per ora non mi importa...sono soddisfatta così"

La guida prova a dirci che è ora di andare. Sono quasi le 23.30...siamo già ad un ora di straordinario che ci ha concesso, ma noi facciamo orecchie da mercante...non può costringerci a lasciare questo spettacolo...la notte è lunga...c'è ancora tanto da vedere, tante foto da scattare, tanto da emozionarci ancora.

Inizio a pensare a quello che ci ha illustrato Gabriele nel pomeriggio: come si innesca il fenomeno...le macchie solari, il campo magnetico...come la natura sia capace di fare tutto questo e alla piccolezza e insignificanza dell'uomo a confronto. Mi commuovo quasi per l'emozione... uno spettacolo davvero unico...il resto sembra non esistere...non essere importante... C'è lei...ci sono io.

Il gruppo è sparpagliato di qua e di là per scattare foto senza ostacoli e forse per vivere in solitaria questo momento. Si parla col compagno di viaggio più vicino "hai visto?", "guarda li" , "fantastico" ....ops sto parlando con la guida che ho scambiato per uno di noi e che risponde "What's?". Eh si...non riconosco ancora le sagome dei compagni di viaggio...è solo un giorno che ci conosciamo e con i tutoni artici siamo quanto deformi anche se belli al calduccio.

È una strana sensazione...siamo distanti qualche metro gli uni dagli altri ma ci sentiamo tutti vicini in questo magico momento. Condividiamo le stesse emozioni siamo lì davanti a questo spettacolo che ci riempie l' anima....ed è solo la prima notte...

Lo svedese mangiafuoco dei capelli lunghi ci dà un ultimatum... avrà sicuramente pensato "ma guarda questi italiani".. ma chi se ne importa! anche Gabriele ci richiama all'ordine bisogna tornare in albergo...
Un po' scocciati mettiamo a posto cavalletti e macchine fotografiche ci incamminiamo verso i minibus.

Giusto il tempo di guardare indietro...non ne ho ancora abbastanza è un peccato andarsene quando tra le stelle ci sono ancora questi colori.
Tiro fuori di nuovo la reflex...mano più ferma possibile... click...l'ultima foto... la più voluta...la più bella...ciao aurora...ci vediamo presto ok ?
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    Sono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze

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