di Giustina, Napoli
Due minuti e ventitré secondi. Tutto intorno distese verdi del Wyoming e sette collinette verso sud-ovest ai piedi delle quali ci raccogliamo per ripararci dal vento. Iniziamo. In un'alchimia di proporzioni perfette, la Luna oscura il Sole completamente. Via gli occhiali protettivi e un brivido intensissimo si sente sulla pelle. Non so se sono i venti gradi a cui si è passati in pochi minuti, se è il vento che ha cessato di soffiare improvvisamente, il frinire dei grilli come se fosse l'imbrunire o semplicemente l'emozione di essere lì senza la consapevolezza di esserci davvero. Sulla linea dell'orizzonte alba e tramonto insieme. Il Sole è un disco nero. Un minuto e dieci secondi dopo, nel momento culminante della totalità il Sole sembra circondato da un'ara magica. Tutto intorno è surreale, mistico, di un altro mondo, sospeso. Si sta come in trans. Assenza di luce e assenza di pensieri; si ha solo la terribile certezza che in pochi istanti finirà tutto. Gli occhi si riempiono di lacrime e nell'anima si spalanca un abisso profondissimo. L'Universo si muove e noi siamo parte di esso. Il movimento impercettibile e inesorabile della Luna continua e il Sole così comincia a scoprirsi. Il primo raggio che parte dal Sole trafigge il cuore e arriva fino in fondo all'abisso dell'anima. E' una ferita agli occhi, un doloro al petto. La luce è una lama tagliente e velocemente riempie di nuovo lo spazio e il mondo. Posso sentire le pupille che si contraggono. Forse solo i grilli un po' infastiditi avranno esclamato: "Chissà chi è che si diverte a spegnere il Sole!".
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Gli autoriSono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze I racconti
Marzo 2018
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