di Giuseppe Carrieri, regista cinematografico
C’è una veste sottile che appare lontano. Si sfila come una lama dal buio, nel suo contorno indefinibile, appeso a ganci invisibili con il quale sembra venire giù tutto il cielo, come un sipario strappato all’improvviso. Le notti fredde, tra le sponde della neve, sopra gli umori dei ghiacci e la fine del mondo, sono il ricordo migliore da raccontare a chi ancora vuole custodire segreti e proteggersi un senso di genuina meraviglia. A Kiruna e Abisko esiste come un lungo brivido che ti attraversa gli occhi, è una sostanza rarefatta che si condensa sopra le ciglie e poi scende. Scende, scivola, ti penetra ovunque: l’aurora – o la dama sfuggente – è una freccia, più che un’emissione magnetica. È un lungo dardo che si impossessa del cuore degli innamorati, nella sua danza misteriosa. Quanto vissuto in questa prima settimana di Febbraio non ha abbastanza parole per potersi ben spiegare, è certo che bisogna arrivare lì sotto, sotto quel cielo, per poter anche solo per un attimo rincorrere quel brivido. Chi non lo scoprirà mai, perde una grande rivelazione. Andare a Kiruna e a Abisko è come raggiungere una meta, o un destino. Per chi si innamora della bellezza del mondo, è la sola cosa che conta. La sola cosa che, un giorno, potrà valere la pena di essere raccontata ancora. Grazie a Gabriele, Silvia e Galileo perché ci hanno accompagnati. Senza di loro, non avremmo saputo la strada. Senza di loro, non ci sarebbe stata la strada. Buon viaggio a chi percorrerà questa via, sotto qualsiasi stella deciderà di infilarsi.
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Gli autoriSono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze I racconti
Marzo 2018
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