di Piera Setti
Due anni fa, di ritorno da Abisko e dalle sue Aurore, l’inizio dell’avventura, il primo fantasticare su un nuovo progetto della premiata ditta “1013 millibare Europe”, con il tutto che sembrava lontanissimo e che, invece, è già finito. Una programmazione perfetta, con prenotazioni ad hoc di cieli sereni e sgombri di nuvole come solo loro sanno e possono fare. E’ volato in un attimo il tempo trascorso tra Tromso e le Svalbard, tra spettacolari quanto inaspettate aurore boreali e una indescrivibile eclisse totale di sole, che hanno racchiuso tutte le speranze e le aspettative di questo gruppo, quanto mai eterogeneo, di matti che, dall’estremo sud dell’Italia alla nordica Svezia, si sono ritrovati “al gelo e al freddo” delle Svalbard per rincorrere un sogno. In un solo giorno, il 20 di marzo, abbiamo visto “cose che voi umani non potete nemmeno immaginare” in un mondo bianco bellissimo impossibile da dimenticare uno spettacolo unico della natura, l’eclisse totale di Sole che ci lascia senza fiato e, nella stessa notte, l’Aurora, che esplode nel cielo sopra Longyearbyen. Prima c’è Tromso, dove abbiamo gironzolato per la città, con i suoi musei, la storica birreria Mack che produce una infinità di tipi di birre che ovviamente abbiamo assaggiato seppur ovviamente in minima parte, la funivia che sale sopra la città e che ci ha regalato, oltre che ad un vento gelido, una vista fantastica sull’isola dove si trova la cittadina e, la notte poi, via con un pulmino a rincorrere letteralmente e con successo l’aurora boreale partendo con un cielo quasi del tutto nuvoloso. Km e km su strade in mezzo alla neve nel buio più assoluto fino a raggiungere la Finlandia, dove un piatto bollente di renna e di verdure, mangiato seduti attorno ad un incredibile fuoco acceso in un buco nella neve, e la successiva comparsa dell’aurora, ci ha fatto fare pace col mondo intero e dimenticare il freddo pazzesco della notte. E poi le Svalbard!! Difficile rendere con le parole l’emozione nel vedere il piccolo aeroporto di Longyearbyen, con una pista letteralmente di ghiaccio, gremito di gente proveniente da ogni angolo del mondo che scattava foto in ogni direzione nell’attesa del momento fatidico dell’eclisse. Ed il freddo, il freddo che ti sconvolge, il bianco abbacinante della natura, l’acqua nella baia che cambia colore ogni giorno, da un profondo blu ad un luminoso bianco, le casette colorate, le vecchie torri di legno delle miniere di carbone lasciate lì a memoria di un’altra epoca, le strade gelate percorse in tutta tranquillità dalle auto ed i molteplici percorsi delle motoslitte (tutte corredate da custodia porta fucile contro la minaccia dell’orso bianco), i bimbi dell’asilo che giocano in mezzo alla neve incuranti della temperatura (si passava dai -12 ai -22), l’estrema cordialità di tutti quanti coi quali abbiamo parlato nel nostro stentato inglese... ecco le Svalbard! Ma non solo, c’è ancora la corsa, infagottati come degli omini Michelin, sulla slitta trainata dai cani comandati da una virago con addosso fucile, pistola e coltello, le renne bianche in lontananza che brucavano non so cosa in mezzo alla neve, la quasi impossibilità di fare foto perche le mani dopo pochi secondi si gelano e fanno un gran male, la nostra rinuncia alla corsa in motoslitta perché il tempo era pessimo e il vento fischiava di brutto, rinuncia che però abbiamo compensato con una produttiva visita al Karlsberger , il Pub che si cassifica al 6° posto tra i migliori del mondo, con una scelta infinita di bottiglie e all’ultimo la visita alla chiesetta rossa in alto sopra Longyearbyen, aperta giorno e notte che ti accoglie con un salottino corredato da termos di caffè e di acqua bollente per il thè e da un gigantesco orso bianco imbalsamato. Un viaggio finito troppo in fretta ma che abbiamo apprezzato dal primo all’ultimo minuto. Un grande grazie e di certo anche un arrivederci a tutti! Non c’è due senza tre ……………dice il saggio!!!
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Gli autoriSono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze I racconti
Marzo 2018
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