di Sante, Treviso
Non è mai facile scrivere per ringraziare dopo un così splendida avventura, si avventura perchè i viaggi li fanno i turisti, nell'avventura vivi un mosaico di sensazioni che fanno vibrare il cuore. Si, un variegato mosaico con al centro il grande sogno: la dama sfuggente. Per me era un sogno che avrei dovuto vivere con Giò, ma il destino ha voluto che fossi solo; una ragione di più per far si che il sogno si avverasse. La fortuna ci è stata propizia, e sono certo che da lassù qualcuno ci ha dato una mano. Un vecchio aforisma dice: "non conta quanti respiri fai in un attimo, ma quanti attimi ci tolgono il respiro" e in quelle notti quanti attimi senza respiro. Per questo e per tutto, Gabriele, un grandissimo grazie.
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di Mauro Carlo, Treviso
Viaggio pensato e seguito per 3 anni e finalmente grazie a mia moglie che mi ha spronato ho deciso di intraprenderlo. Organizzato e pensato per diversi mesi preparandomi con l’attrezzatura fotografica ed abbigliamento termico che non avevo. (grazie alle brochure scaricate dal sito). Atteso con trepidazione e studiato e ristudiato nei minimi particolari. Partito con tante speranze nel cassetto che potessi avere la fortuna di assistere durante il viaggio alla visione della mitica “Dama Sfuggente”. Cosa che si è avverata per ben 4 volte su 6 notti. Incredibile. Di cui 2 con una tale potenza e durata da lasciare basiti. Il mio sogno nel cassetto si è avverato ed ho potuto piangere durante questo spettacolo della natura. Dopo aver fatto centinaia di foto ho deciso di spegnere la macchina fotografica e mi sono steso sulla neve bianchissima ed ho ammirato per un pezzo l’Aurora danzare per me in tutta la sua bellezza. Lo spettacolo ti lascia senza parole e non sai dove volgere lo sguardo da quante forme e colori si trasforma il cielo. Spettacolo assoluto. Per quanto riguarda il viaggio nulla da eccepire. Organizzato alla perfezione e con escursioni molto belle. Peccato di non essere saliti presso l’Aurora Sky Station in quanto la funivia era rotta. Comunque quella notte del 14 Marzo l’Aurora è stata fantastica. Bellissima l’escursione con i cani da slitta e l’avventura fatta di notte con le motoslitte con cena tipica in una capanna Sami. I vari paese che abbiamo visitato sono di una bellezza unica e il colore predominante è il bianco assoluto e la tranquillità regna sovrana. Che dire ancora: un ringraziamento sentito e sincero a Gabriele organizzatore ed alla Sua bella famiglia (Silvia, Galileo e Maja), sempre presenti e compartecipi all’organizzazione del viaggio. L’avevo pensato per anni, è arrivato ed ora è passato ma resterà nel mio cuore questa settimana bellissima a cui ho avuto la fortuna di partecipare. Grazie di cuore. PS: Gabriele si è rilevato una persona molto professionale, sempre gentile e pronto a risolvere i piccoli problemi logistici. Pronto a dare spiegazioni e aiuti durante le escursioni e durante i set fotografici. Si parte e si torna tranquilli. Mauro Carlo di Giustina, Napoli
Due minuti e ventitré secondi. Tutto intorno distese verdi del Wyoming e sette collinette verso sud-ovest ai piedi delle quali ci raccogliamo per ripararci dal vento. Iniziamo. In un'alchimia di proporzioni perfette, la Luna oscura il Sole completamente. Via gli occhiali protettivi e un brivido intensissimo si sente sulla pelle. Non so se sono i venti gradi a cui si è passati in pochi minuti, se è il vento che ha cessato di soffiare improvvisamente, il frinire dei grilli come se fosse l'imbrunire o semplicemente l'emozione di essere lì senza la consapevolezza di esserci davvero. Sulla linea dell'orizzonte alba e tramonto insieme. Il Sole è un disco nero. Un minuto e dieci secondi dopo, nel momento culminante della totalità il Sole sembra circondato da un'ara magica. Tutto intorno è surreale, mistico, di un altro mondo, sospeso. Si sta come in trans. Assenza di luce e assenza di pensieri; si ha solo la terribile certezza che in pochi istanti finirà tutto. Gli occhi si riempiono di lacrime e nell'anima si spalanca un abisso profondissimo. L'Universo si muove e noi siamo parte di esso. Il movimento impercettibile e inesorabile della Luna continua e il Sole così comincia a scoprirsi. Il primo raggio che parte dal Sole trafigge il cuore e arriva fino in fondo all'abisso dell'anima. E' una ferita agli occhi, un doloro al petto. La luce è una lama tagliente e velocemente riempie di nuovo lo spazio e il mondo. Posso sentire le pupille che si contraggono. Forse solo i grilli un po' infastiditi avranno esclamato: "Chissà chi è che si diverte a spegnere il Sole!". di Monica e Roberto, Torino
Emozione è risvegliarsi al mattino baciati dal sole che ammicca dalla Porta della Lapponia e che distende i suoi raggi sul vasto lago ghiacciato decorato ai lati da cascate di acqua da tempo congelate….. Emozione è sciare a 250 km sopra il circolo polare artico su piste non difficili ma ripide, ben lavorate, con una splendida powder fuori pista, un panorama che spazia a 360 gradi sulle lande desolate della Lapponia, sentendosi un tutt’uno tra il cielo azzurro e le piste bianchissime… Emozione è immergersi con la motoslitta in una tempesta di neve in mezzo al nulla e riuscire a raggiungere un rifugio sommerso dalla bianca polvere, illuminato da un sole che cerca di far capolino tra le nuvole e ristorarsi con ottimi waffles …. Emozione è una semplice ciaspolata serale in mezzo al buio assoluto, col cammino indicato dalla luce delle stelle, che si conclude con una tisana calda e muffin al cioccolato, alla luce del fuoco acceso dalla guida che spiega con perizia la causa delle aurore boreali… Emozione è salire in seggiovia, alle 9 di sera, alla luce dei lumini attaccati ai singoli seggiolini, che rendono l’atmosfera quasi magica, per raggiungere l’Abisko Ski Station e riuscire a vedere, nonostante le nuvole e la neve, quello scintillio verde tanto atteso e quasi considerato impossibile per le iniziali condizioni del tempo …. Emozione e’ sentirsi piccoli di fronte ad un cielo illuminato da esplosioni di verde, rosso, viola che giocano a rincorrersi e a nascondersi tra la luna e migliaia di stelle piu’ luminose del solito, esaltando una delle piu’ belle aurore boreali degli ultimi anni, con il tuo corpo che galleggia tra il bianco della neve e la tavolozza del cielo nonostante il freddo pungente con temperature attorno ai meno 18, ma sopportato piacevolmente anche per oltre 5 ore… Emozione e’ pensare che i puntini bianchi che risaltano sulle immagine fotografiche sopra i colori dell’aurora boreale siano spruzzi di neve sull’obiettivo, ed invece rendersi conto che sono le luci delle stelle invidiose del risalto concesso alla dama sfuggente…. Emozione è scoprire in mezzo al nulla un capanno con annessa luce, riscaldamento e grande vetrata panoramica dove, per i piu’ freddolosi, ristorarsi e riscaldarsi tra una sessione di foto e l’altra….(tipica organizzazione scandinava) Emozione e’ anche ammettere che, avendo gia’ vissuto sensazioni simili diversi anni fa ad Abisko, il cambio di soggiorno da Abisko a Bjorkliden ha sicuramente migliorato la bellezza di un viaggio gia’ di per sé indimenticabile…. Emozione è infine essere partecipi di un gruppo eterogeneo, ma meraviglioso ed affiatato, guidato - come avevo gia’ potuto sperimentare in passato - da un ottimo organizzatore e la sua splendida famiglia…. Come disse il grande Lucio… “Capire tu non puoi …tu chiamale se vuoi…emozioni” ….…. emozioni che almeno una volta nella vita bisogna provare!!! di Daria Romei
La musica che accompagna questo viaggio è Experience di Einaudi. Non so come altro definire questo luogo sperduto in cima al mondo dove tutto ruota intorno a due parole Experience ed Extreme. Extreme sono le temperature che ci accompagnano durante il giorno: dai -21 della motoslitta ai +85 della sauna. Estremi sono i tempi delle escursioni termiche, giusto il tempo di togliersi la tuta artica per passare dal freddo al caldo e tempo di uscire dalla sauna per rotolarsi nella neve fuori quelle per passare dal caldo al freddo. Estremi sono i panorami: un deserto di neve, una distesa infinita di sfumature di bianco, di azzurro, di celeste, di ghiaccio. Un susseguirsi senza fine di forme dolci, di profili romantici, di sensazioni magiche. Abituati come siamo a vivere in gruppo, difficilmente sono comprensibili questi spazi sconfinati dove non vi è altro che natura estrema, forme armoniche, abbinamenti strappacuore tra rocce e neve. nessuna impronta umana se non quella temporanea, di breve passaggio. Il tempo di lasciare una traccia che poi la natura cancella senza veto. Solo qualche renna a brucare un cibo invisibile, poi altro che bianco. Se durante la visita alla grotta nel ghiacciaio mi sono sentita come lo scoiattolo dell'era glaciale, a cavallo della motoslitta ero dentro Frozen: il sole rende tutto eccezionalmente bello tanto da toccare con mano quella sensazione unica di trovarsi in un luogo dove tutto è puro, bello, armonico. Siamo partiti alle otto ed abbiamo guidato 185 km per andare sulla costa est dove vivono gli orsi polari. Experience, si è un'esperienza far volare un bolide di motoslitta fino a 60 km/h attraverso valli, vette, morene di ghiaccio. Affrontare cosi lunghe distanze con la sola certezza di non poter contare altro che su come ti sei organizzato alla partenza... Cinque strati sotto la tuta artica, guanti lapponi, calzini di lana, le taniche di emergenza, il cibo ed i fucili. Experience è stato il mio primo picnic ma -20C: una super minestra di piselli, mais, curry e qualche fusillo buttato lì che tanto male non fa mai, mangiata con un cucchiaio di legno da dentro un termos. In un bicchiere di legno invece la bevanda per eccellenza: un dolcissimo tanto ustionante succo di mirtillo, effettivamente è stato strano dover soffiare per raffreddarlo... Experience, senza ombra di dubbio, è stato fare la pipì a -20C. D'altronde siamo umani con un sacco di esigenze rispetto agli animali, oltretutto con disparità tra i sessi in questo caso: provate a trovarvi in cima ad un cliff, con panorami spettacolari sotto, davanti, dietro di voi. E con un solo unico mucchietto di neve per la tutela della privacy. Ma soprattutto, provate a essere donne e riuscire a far pipì fuori della tuta artica, annessi inclusi (cappuccio). Ed è qui che le nostre spettacolari guide donne ci hanno dato il consiglio fondamentale di accertarsi di raccogliere TUTTA la tuta prima di far pipì...insomma, non avrei mai creduto di trovarmi con le mele esposte al gelo artico. Ed è certamente una cosa divertente che racconterò ai nipoti quando sarò in preda alla demenza senile. Experience è viaggiare con i fucili e provare questa ambigua sensazione di voler incontrare l'orso da vicino ma averne al contempo paura per la nostra e la sua incolumità. Experience è guidare la motoslitta per 180 km e non avere la fortuna di incontralo, il bellissimo orso polare... è già... Siamo arrivati fino al mare artico ad est, dove di solito si trova ma non l'abbiamo visto. Di fronte al mare artico non puoi essere scontento di niente: affiorano piccoli iceberg con colori spettacolari dal grigio al celeste, piattaforme di ghiaccio dalle quali gli orsi amano cacciare e tuffarsi. Un paesaggio mai visto prima, ovvero visto soltanto nei documentari. Non puoi non sentirti un privilegiato a vivere queste emozioni. E sulla strada del ritorno, il sole in fronte, le dune di neve che acutizzano i colori. Il tramonto che aggiunge una tonalità calda al mondo di ghiaccio e neve, allora mi sento un po' Walter Mitty e penso che la felicità sta tutta qui, nell'andare ad incontrare le meraviglie di questo globo. di Paola e Marco
Abisko…Abisko è come casa, ad Abisko si respira l’aria di casa. Nel momento stesso in cui ho iniziato a rifare la valigia al termine del nostro soggiorno, ho capito perfettamente le parole di chi, conoscendo già il luogo, mi aveva detto al nostro arrivo “ Quando il pullman si è fermato qui davanti mi sono sentito di nuovo a casa”. Così come scorrevano tra le mie mani gli oggetti da riporre in valigia, così scorrevano anche le lacrime. Lacrime di gioia però, per il nuovo bagaglio che portavo con me, per tutto ciò che Abisko ha donato a me e a chi ha saputo sentire con me la dolcezza celata dietro il rigore del freddo artico. Il nostro viaggio è iniziato ben prima di arrivare ad Abisko….appena ci siamo imbattuti nelle righe che descrivevano il programma preparato da Gabriele, abbiamo deciso che quelle emozioni sarebbero state anche le nostre. E con il trascorrere delle settimane, questa vacanza è diventata qualcosa di più….la nostra luna di miele. Rinchiudere questa esperienza tra parole scritte su un foglio ci riesce difficile, va in contrasto con l’immensità del cielo che ci ha sorriso, della neve che ci ha illuminato i volti, e degli occhi orgogliosi di chi ci ha narrato dei luoghi in cui vive. L’emozione di entrare in sintonia con la propria slitta ed i propri cani, sentire solo il fruscio del nostro “selvaggio” correre tra il bianco in terra e l’azzurro in cielo…. Capire quanto si è piccoli rispetto alla grandezza di Madre Natura, e sentirsi pervadere dalla sua maestosità… L’Aurora poi….un brivido al solo pensiero dello spettacolo che ci ha offerto, davvero impossibile da raccontare a chi non l’ha vista coi propri occhi. Cieli perfetti, in compagnia di amici perfetti di cui serberemo un ricordo speciale. E lei, la Dama Sfuggente, venuta a darci il suo Arrivederci l’ultima notte, quando i più stanchi già sognavano nei loro letti caldi. Ci rivedremo Dama Sfuggente, ci rivedremo..è una promessa! di Piera Setti
Due anni fa, di ritorno da Abisko e dalle sue Aurore, l’inizio dell’avventura, il primo fantasticare su un nuovo progetto della premiata ditta “1013 millibare Europe”, con il tutto che sembrava lontanissimo e che, invece, è già finito. Una programmazione perfetta, con prenotazioni ad hoc di cieli sereni e sgombri di nuvole come solo loro sanno e possono fare. E’ volato in un attimo il tempo trascorso tra Tromso e le Svalbard, tra spettacolari quanto inaspettate aurore boreali e una indescrivibile eclisse totale di sole, che hanno racchiuso tutte le speranze e le aspettative di questo gruppo, quanto mai eterogeneo, di matti che, dall’estremo sud dell’Italia alla nordica Svezia, si sono ritrovati “al gelo e al freddo” delle Svalbard per rincorrere un sogno. In un solo giorno, il 20 di marzo, abbiamo visto “cose che voi umani non potete nemmeno immaginare” in un mondo bianco bellissimo impossibile da dimenticare uno spettacolo unico della natura, l’eclisse totale di Sole che ci lascia senza fiato e, nella stessa notte, l’Aurora, che esplode nel cielo sopra Longyearbyen. Prima c’è Tromso, dove abbiamo gironzolato per la città, con i suoi musei, la storica birreria Mack che produce una infinità di tipi di birre che ovviamente abbiamo assaggiato seppur ovviamente in minima parte, la funivia che sale sopra la città e che ci ha regalato, oltre che ad un vento gelido, una vista fantastica sull’isola dove si trova la cittadina e, la notte poi, via con un pulmino a rincorrere letteralmente e con successo l’aurora boreale partendo con un cielo quasi del tutto nuvoloso. Km e km su strade in mezzo alla neve nel buio più assoluto fino a raggiungere la Finlandia, dove un piatto bollente di renna e di verdure, mangiato seduti attorno ad un incredibile fuoco acceso in un buco nella neve, e la successiva comparsa dell’aurora, ci ha fatto fare pace col mondo intero e dimenticare il freddo pazzesco della notte. E poi le Svalbard!! Difficile rendere con le parole l’emozione nel vedere il piccolo aeroporto di Longyearbyen, con una pista letteralmente di ghiaccio, gremito di gente proveniente da ogni angolo del mondo che scattava foto in ogni direzione nell’attesa del momento fatidico dell’eclisse. Ed il freddo, il freddo che ti sconvolge, il bianco abbacinante della natura, l’acqua nella baia che cambia colore ogni giorno, da un profondo blu ad un luminoso bianco, le casette colorate, le vecchie torri di legno delle miniere di carbone lasciate lì a memoria di un’altra epoca, le strade gelate percorse in tutta tranquillità dalle auto ed i molteplici percorsi delle motoslitte (tutte corredate da custodia porta fucile contro la minaccia dell’orso bianco), i bimbi dell’asilo che giocano in mezzo alla neve incuranti della temperatura (si passava dai -12 ai -22), l’estrema cordialità di tutti quanti coi quali abbiamo parlato nel nostro stentato inglese... ecco le Svalbard! Ma non solo, c’è ancora la corsa, infagottati come degli omini Michelin, sulla slitta trainata dai cani comandati da una virago con addosso fucile, pistola e coltello, le renne bianche in lontananza che brucavano non so cosa in mezzo alla neve, la quasi impossibilità di fare foto perche le mani dopo pochi secondi si gelano e fanno un gran male, la nostra rinuncia alla corsa in motoslitta perché il tempo era pessimo e il vento fischiava di brutto, rinuncia che però abbiamo compensato con una produttiva visita al Karlsberger , il Pub che si cassifica al 6° posto tra i migliori del mondo, con una scelta infinita di bottiglie e all’ultimo la visita alla chiesetta rossa in alto sopra Longyearbyen, aperta giorno e notte che ti accoglie con un salottino corredato da termos di caffè e di acqua bollente per il thè e da un gigantesco orso bianco imbalsamato. Un viaggio finito troppo in fretta ma che abbiamo apprezzato dal primo all’ultimo minuto. Un grande grazie e di certo anche un arrivederci a tutti! Non c’è due senza tre ……………dice il saggio!!! di Giuseppe Carrieri, regista cinematografico
C’è una veste sottile che appare lontano. Si sfila come una lama dal buio, nel suo contorno indefinibile, appeso a ganci invisibili con il quale sembra venire giù tutto il cielo, come un sipario strappato all’improvviso. Le notti fredde, tra le sponde della neve, sopra gli umori dei ghiacci e la fine del mondo, sono il ricordo migliore da raccontare a chi ancora vuole custodire segreti e proteggersi un senso di genuina meraviglia. A Kiruna e Abisko esiste come un lungo brivido che ti attraversa gli occhi, è una sostanza rarefatta che si condensa sopra le ciglie e poi scende. Scende, scivola, ti penetra ovunque: l’aurora – o la dama sfuggente – è una freccia, più che un’emissione magnetica. È un lungo dardo che si impossessa del cuore degli innamorati, nella sua danza misteriosa. Quanto vissuto in questa prima settimana di Febbraio non ha abbastanza parole per potersi ben spiegare, è certo che bisogna arrivare lì sotto, sotto quel cielo, per poter anche solo per un attimo rincorrere quel brivido. Chi non lo scoprirà mai, perde una grande rivelazione. Andare a Kiruna e a Abisko è come raggiungere una meta, o un destino. Per chi si innamora della bellezza del mondo, è la sola cosa che conta. La sola cosa che, un giorno, potrà valere la pena di essere raccontata ancora. Grazie a Gabriele, Silvia e Galileo perché ci hanno accompagnati. Senza di loro, non avremmo saputo la strada. Senza di loro, non ci sarebbe stata la strada. Buon viaggio a chi percorrerà questa via, sotto qualsiasi stella deciderà di infilarsi. di Raffaella Fossa, partecipante al viaggio di gruppo di febbraio 2014
Danza Dama Sfuggente Figlia del sole in tempesta Danza al suono del cielo Danza lungo le vene magnetiche Verde fiume di attesa Vibra nei nostri cuori Sorpresa infinita e impalpabile Sospesa nei ricordi per sempre di Serena Genito, partecipante al viaggio di gruppo di febbraio 2014
E' apparsa quando meno me l' aspettavo....senza preavviso e cogliendomi di sorpresa. Pensavo che lo stufato di renna nella capanna attorno al fuoco fosse la fine alla prima serata nel profondo nord della Svezia oltre il Circolo Polare Artico e quasi a confine con la Norvegia... e invece...la notte lappone aveva tanto ancora da offrire... la guida era sul punto di accompagnarci in hotel...il suo lavoro del 3 febbraio si concludeva alle 22.30. Scendiamo lungo il percorso dalla capanna alla slitta trainata da motoslitta affondando gli scarponi della neve, un po' a fatica e con le luci sulla fronte per illuminare il cammino. La guida, il giovane mangiafuoco, ad un tratto mormora in inglese "look" ed indica un punto all'orizzonte...una luce fioca nella notte stellata di Kiruna, un fascio verde che si confondeva con il buio del cielo. Io un po' scettica penso "ma no non può essere...saranno nuvole..." e invece ecco che il verde si fa più acceso...e qualcuno del gruppo esclama "anche lì...più a sinistra"... è lei...l'aurora boreale! Presa dall'emozione mi sfilo lo zaino dalle spalle, tiro fuori il cavalletto e recupero la macchina fotografica cercando di non distogliere gli occhi dal cielo...non voglio perdermi nemmeno un secondo di questo magico momento che immagino e sogno da anni. Preparo l'attrezzatura, imposto la macchina un po' impacciata... non so che fare... la reflex è nuova e non ho avuto tempo per imparare ad usarla. Voglio assolutamente imprimere questa serata sull'obbiettivo...non posso sbagliare.. Raffaella mi viene in aiuto.. Ha la D3100 anche lei e mi dà 4 semplici indicazioni: auto focus manuale, impostazioni su M, diaframma tutto aperto, tempi posa di 10 secondi... mitica! Mi metto subito all'opera e imposto anche l'autoscatto... voglio evitare di muovere la macchina al momento dello scatto. Intanto nel cielo la luce si fa più intensa...inizia a muoversi...prima lentamente, poi sempre più veloce...ecco perché la chiamano la "dama danzante". Sembra un drappeggio, un nastro come quello della ginnastica ritmica che si avvolge e si distende in un movimento armonioso. Tempo di scattare una foto ed ha già cambiato forma, intensità, posizione. Devo starle dietro e scattare più velocemente possibile in modo da cogliere tutte le sfumature, tutti i passi della sua danza. Ad un tratto la luce si affievolisce, ma ne compaiono altre due...una più a destra e un'altra a sinistra che si intravede tra gli alberi. Sono completamente diverse. Una sembra un fascio che parte della terra e si spinge verso l'alto allargandosi come un cono, l'altra sembra una macchia, una sorta di nuvola verde scuro. Si fa largo la speranza che possano essere un potenziale inizio di un'aurora spettacolare. Iniziò ad incitarla..."dai ce la puoi fare... fammi vedere chi sei" Intanto la macchina fotografica procede a scattare. Mi rendo conto che l'autoscatto di 10 secondi è troppo lungo anche perché emette un suono fastidioso che rovina l'atmosfera. Chiedo scusa ai ragazzi del gruppo che quasi non mi sentono, intenti come sono a guardare l'aurora e fotografarla. Smetto di sentirmi in colpa e penso "domani tolgo il suono così la prossima volta che vediamo l'aurora sarà in religioso silenzio". Guardo le foto appena scattate...belle...anche se non riproducono la realtà perfettamente, ma ne risaltano l'intensità a causa del buio in cui ci troviamo. Ci resto un po’ male...sembrano foto ritoccate quindi riduco i tempi di posa e cambio qualche impostazione. Riscatto...6 secondi...ecco così è più realistica anche se non rende come le precedenti. Le riguardo oops c'è Daria in quasi tutte...cavolo...il grandangolo è veramente ampio! Sposto il cavalletto un po’ più a sinistra...ecco...così la visuale è sgombra. Intanto l'aurora continua la sua danza...non è spettacolare come speravo, ma non si può avere tutto. Penso "per adesso l'importante è averla vista, magari i prossimi giorni sarà più forte...ma per ora non mi importa...sono soddisfatta così" La guida prova a dirci che è ora di andare. Sono quasi le 23.30...siamo già ad un ora di straordinario che ci ha concesso, ma noi facciamo orecchie da mercante...non può costringerci a lasciare questo spettacolo...la notte è lunga...c'è ancora tanto da vedere, tante foto da scattare, tanto da emozionarci ancora. Inizio a pensare a quello che ci ha illustrato Gabriele nel pomeriggio: come si innesca il fenomeno...le macchie solari, il campo magnetico...come la natura sia capace di fare tutto questo e alla piccolezza e insignificanza dell'uomo a confronto. Mi commuovo quasi per l'emozione... uno spettacolo davvero unico...il resto sembra non esistere...non essere importante... C'è lei...ci sono io. Il gruppo è sparpagliato di qua e di là per scattare foto senza ostacoli e forse per vivere in solitaria questo momento. Si parla col compagno di viaggio più vicino "hai visto?", "guarda li" , "fantastico" ....ops sto parlando con la guida che ho scambiato per uno di noi e che risponde "What's?". Eh si...non riconosco ancora le sagome dei compagni di viaggio...è solo un giorno che ci conosciamo e con i tutoni artici siamo quanto deformi anche se belli al calduccio. È una strana sensazione...siamo distanti qualche metro gli uni dagli altri ma ci sentiamo tutti vicini in questo magico momento. Condividiamo le stesse emozioni siamo lì davanti a questo spettacolo che ci riempie l' anima....ed è solo la prima notte... Lo svedese mangiafuoco dei capelli lunghi ci dà un ultimatum... avrà sicuramente pensato "ma guarda questi italiani".. ma chi se ne importa! anche Gabriele ci richiama all'ordine bisogna tornare in albergo... Un po' scocciati mettiamo a posto cavalletti e macchine fotografiche ci incamminiamo verso i minibus. Giusto il tempo di guardare indietro...non ne ho ancora abbastanza è un peccato andarsene quando tra le stelle ci sono ancora questi colori. Tiro fuori di nuovo la reflex...mano più ferma possibile... click...l'ultima foto... la più voluta...la più bella...ciao aurora...ci vediamo presto ok ? |
Gli autoriSono persone che hanno viaggiato con noi e che hanno deciso di condividere le proprie emozioni scrivendo dei racconti, delle poesie, delle testimonianze I racconti
Marzo 2018
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